A volte ritorno di John Niven è un gran libro. Il titolo italiano è tradotto come al solito molto liberamente dall’originale (The Second Coming) aggiungendo una sfumatura horror per cui ti chiedi: ma perché? Ma non è tanto il titolo, quanto l’adattamento italiano – se così vogliamo chiamarlo – della copertina che fa un certo effetto. Come si sarà svolta la riunione nell’ufficio Einaudi in cui è stata presa la fatale decisione?
– Ok ragazzi, abbiamo questo nuovo libro…
– Ma hai visto la copertina?
– Sì, maledetti inglesi.
– Veramente John Niven è scozzese.
– Ok, allora diciamo che questi britannici hanno scassato la minchia: non puoi far vedere Gesù come un tossico del cazzo.
– Ma è quello che succede realmente nel libro, si fa le canne, va in carcere…
– Non me ne frega un cazzo, Gesù qui in Italia non le fa ‘ste cose.
– E quindi cosa facciamo con la copertina?
– Per prima cosa, via quella canna. Togliamo il filo di fumo che forma l’aureola. E poi, Gesù nella foto segnaletica nun se po’ vede’. Gesù in carcere? Ma siamo pazzi?
– Ma questi sono inglesi…
– Dovrebbe esserci il limite del buongusto, figurati, quei babbioni non hanno neanche il bidet, cosa devono capire di buon gusto…
– Ok, senti qua, prendiamo un modello un po’ belloccio, tipo Amici di Maria De Filippi, bello pulito e depilato.
– Ma Gesù ha la barba e i capelli lunghi. E poi adesso vanno gli hipster, forse la barba ci vuole.
– Ok, ti concedo la barba. Ma mettiamogli una cazzo di aureola come si deve.
– E che ne dici un bello sfondo rosso, così fa da contrasto con la solita immagine del Cristo celestiale?
– Questo sì che è geniale! Lo sfondo rosso: un richiamo neanche velato all’Inferno (occhiolino alla stagista). Questa sarà la nostra copertina! Non dico blasfema, no. Ma provocatoria e dissacrante quanto basta per solleticare il nostro pubblico e non far incazzare gli amici con la tonaca e tutti gli altri baciapile.
– Allora è andata?
– Passa il file all’ufficio grafico e vediamo cosa ne esce fuori…
