Chi

“Iperbole, travisamento dei significati e sviste accidentali; accentuazione del lato ironico; eliminazione di ogni discorso etico su questioni spinose e controverse. Tutto ciò è funzionale alla costruzione del discorso pubblicitario, “superficiale” e mai problematico, ma sempre positivo, ottimista, e con un sorriso idiota stampato in volto.”

Così chiudevo la mia tesi di laurea qualche anno fa. Molto prima che la comunicazione si facesse social e mobile trasferendosi baracca e burattini sul web.

La mia opinione sulla natura della comunicazione pubblicitaria non è mutata più di tanto, a parte quel “sorriso idiota stampato in volto” che oggi si è fatto più ammiccante e smart, costretti come siamo a creare engagement in contesti social e peer to peer.

Molto invece è cambiato sull’eliminazione di ogni discorso etico e sui temi controversi. Anzi sembra che oggi le questioni di interesse sociale siano diventate nuovo materiale per inserirsi nel discorso, nel feed, nella timeline. Nuove frecce all’arco del copy, dunque. Più chiacchiere e più storie che diventano meme, gif e nuovi caroselli. Ed è subito instant marketing.

Il mio mestiere è fare il copywriter. Ho iniziato nel 2003 in un’agenzia di pubblicità. Poi ne ho cambiate altre due e dal 2007 sono freelance.

Ho preso parte alle  start-up di Yelp, QvcLe Due Torri e ho curato il lancio del succo di frutta Bermé e del tablet e-tab.

Copywriter-Milano-Freelance-Gargiulo

E ora, piccolo spazio CV:

2005-2007: Ogilvy&Mather, la palestra dove mi sono fatto le ossa. Qui ho lavorato a progetti di comunicazione a 360° (o almeno così chiamavamo le campagne integrate nel 2005) realizzando campagne pubblicitarie declinate su stampa, tv, radio e web per i clienti: Chiquita, Coca-Cola, Nestlé, Mattel, UniCredit, Galbani, Perugina, Amref, Duracell, Sorgenia, Cisco Systems, Lenovo, Kodak.

Nel 2005 vengo rapito dagli Ufo: per qualche mese soggiorno nel laboratorio degli Ovni, dove mi fanno lavorare ai progetti Trony e Prendicasa.it.

Nel 2004 arrivo in wlf, gruppo Brand Portal, Milano.

Qui ho lavorato per il manifesto, una manna dal cielo per ogni copywriter. Sotto la direzione creativa di Paolo Gorini ho vinto l’Antenna d’Argento all’edizione 2004 del Radiofestival, con il radiocomunicato “No-no-no!”

Nel 2003 il battesimo, con sei mesi di stage in D’Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO, Milano. Qui vengo nutrito con biberon pieni di caffè delle macchinette, panini a pranzo e intere collezioni di Archive. Clienti su cui ho lavorato: Bmw, Pirelli Re, Damiani, Perlana, Emmentaler.

Prima di iniziare a lavorare ho avuto una formazione classica che si è fatta poi sempre più eterogenea. Prima liceo classico, poi Scienze della comunicazione all’università dove mi sono laureato con la tesi Figura Umana. 30 variazioni sul corpo in pubblicità. Scrivo per diverse riviste, tra cui Il Mucchio. Nel 2001 frequento la JWT Creative Academy, il corso di copywriting in J. Walter Thompson a Milano.

Tra il 2008 e il 2009 mi concedo un corso di grafica pubblicitaria, per assecondare il sogno proibito di passare all’altra sponda e trasformarmi in art director. Ma ahimé, i mulini a vento si chiamano Photoshop, Illustrator e InDesign. Ho imparato sì a dare forma, colore e pixel alle mie idee visive, ma con un’esperienza in più e con sempre maggior convinzione decido di rituffarmi nel mestiere di copywriter.

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